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Ruanda un viaggio attraverso le espressioni di una cultura resiliente

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Il Ruanda è un Paese ricco di tradizioni culturali e artistiche che si riflettono anche nel mondo della letteratura. Tra gli scrittori più famosi del Paese possiamo citare Gilbert Gatore, autore di romanzi di successo come “La mia identità è una svastica” e “La stagione del cuore”, che affrontano temi profondi legati alla storia e alla società ruandese. Esther Mujawayo è un’altra figura importante della letteratura ruandese, nota per il suo libro “SurVivantes”, in cui racconta la sua esperienza durante il genocidio del 1994. Scholastique Mukasonga è una scrittrice che ha ricevuto numerosi premi per i suoi romanzi che esplorano le tradizioni e le storie della sua terra natale. Oltre agli autori sopra citati, vale la pena citare: Innocent Nsengimana, poeta e scrittore, noto per la sua opera “Le Manteau de la Vierge” che affronta il tema del genocidio del 1994. Beata Umutesi, autrice di romanzi e racconti, tra cui “Gerard e Dorothée” e “È per te che canto”. Jean-Paul Samputu, drammaturgo e romanziere, le cui opere esplorano la complessità della società ruandese.

La musica ruandese è un’altra forma d’arte molto importante per la cultura del Paese. Le melodie tradizionali e le danze tipiche ruandesi rappresentano un importante patrimonio culturale che si tramanda di generazione in generazione. La musica moderna ruandese ha influenze provenienti da tutto il continente africano, mescolando suoni tradizionali con ritmi contemporanei. Intore è il genere musicale tradizionale ruandese, caratterizzato da canti corali e danze energiche. Isamaza è la musica popolare ruandese, spesso accompagnata da strumenti come l’ikembe (una lira a pizzico) e l’ingoma (un tamburo). La musica ruandese moderna include generi musicali contemporanei come afrobeat, hip-hop e R&B che integrano le influenze tradizionali ruandesi.

Il cinema ruandese è un settore in crescita, con diversi registi emergenti che ricevono riconoscimenti internazionali. Gilbert Ndahayo è uno dei registi ruandesi più conosciuti, autore di film come “Baramu Ndirande” e “The Rwandan Night”. Kivu Ruhorahoza è un altro talentuoso regista ruandese che ha raggiunto il successo con film come “Grey Matter” e “Ezra”. Yves Montand Niyongabo ha vinto il Premio CUMSE al Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano nel 2010 per il suo cortometraggio “Maibobo”, che racconta la storia di un giovane ruandese alla ricerca della propria identità in un paese segnato dalla tragedia del genocidio. Eric Kabera, regista e sceneggiatore noto per il film “Un certain Regard” che ha vinto il premio FIPRESCI al Festival di Cannes. Marie Clementine Dusabejambo, regista e produttrice, autrice del film “Imbabazi” che affronta il tema del perdono dopo il genocidio. Ronny Kabuye, regista e sceneggiatore il cui film “Le Silence de la Terre” ha vinto il Leone d’Oro al Khouribga African Film Festival. Il Ruanda è rinomato per la sua ricca tradizione artigianale, compresa la produzione di cesti, ceramiche, gioielli e tessuti. La cucina ruandese è caratterizzata da piatti semplici e gustosi, a base di ingredienti come banane, fagioli, patate dolci e manioca. Le danze tradizionali ruandesi sono un’espressione di gioia, celebrazione e identità culturale.

La cultura ruandese è caratterizzata da un’ampia varietà di espressioni artistiche che riflettono la storia, le tradizioni e le sfide del paese. La letteratura, la musica e il cinema ruandesi rappresentano un patrimonio culturale di incommensurabile valore che continua ad evolversi e a crescere grazie al talento e alla creatività degli artisti locali.)

Agnes Binagwaho

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