By Redazione Web13 Maggio 2024 Nessun commento
La studiosa americana, Ann Pizzorusso, ipotizza che il paesaggio immortalato da Leonardo da Vinci nella sua celebre opera sia quello di Lecco e del Lago di Como. Attraverso un’analisi approfondita che incrocia le sue conoscenze di geologia con l’analisi artistica del dipinto, Pizzorusso ha identificato con precisione l’area a cui Leonardo si sarebbe ispirato, evidenziando la zona tra Lecco, il Lago di Garlate e il ponte Azzone Visconti come possibili luoghi rappresentati nel dipinto.
Le sue conclusioni, diffuse su diversi media internazionali come il Guardian e il New York Times, si basano su dettagli geologici e artistici che contraddistinguono quella specifica regione, escludendo altre ipotesi formulate in passato riguardanti zone come Bobbio e Arezzo. Pizzorusso ha già condotto studi approfonditi su un’altra opera di Leonardo, la Vergine delle Rocce, dimostrando il suo approccio interdisciplinare che unisce geologia e storia dell’arte.
La storica dell’arte Carla Glori, al contrario, identifica nel ponte Gobbo di Bobbio il paesaggio della Gioconda e sostiene la sua teoria basandosi su tredici elementi specifici, tra cui rocce ofioliti brune e la formazione rocciosa della Parcellara. Attraverso confronti fotografici delle rocce dipinte con quelle presenti a Bobbio, Glori supporta la sua ipotesi ricorrendo anche a prove visive come una foto scattata dal castello che mostra le similitudini tra le rocce reali e quelle dipinte nel dipinto.
Le diverse ipotesi di Pizzorusso e Glori aprono nuove prospettive sull’interpretazione del paesaggio della Gioconda, alimentando il dibattito tra gli esperti e confermando l’importanza dell’approccio interdisciplinare che combina geologia e storia dell’arte nella comprensione di questo capolavoro senza tempo.
articolo originale: ansa.it