“I giovani di oggi preferiscono gli schermi ai libri.” Questa affermazione, spesso ripetuta da genitori e insegnanti, solleva interrogativi importanti sulla cultura della lettura tra le nuove generazioni. I classici della letteratura, opere che hanno ispirato e formato il pensiero umano per secoli, sembrano essere sempre più relegati in soffitta, dimenticati e trascurati. Ma perché i giovani si allontanano da autori come Tolstoj, Dante e Shakespeare?
Per capire meglio questa tendenza, possiamo partire da un episodio che mi ha colpito qualche tempo fa. Un giorno, entrando in una libreria di quartiere, notai un gruppo di adolescenti intenti a sfogliare riviste di moda e fumetti, ridendo e chiacchierando tra di loro. Curioso, chiesi se avessero mai letto un classico della letteratura. La risposta fu una risata collettiva, seguita da un secco “No, troppo noioso!” Questo incontro mi ha fatto riflettere su un dato allarmante: secondo un recente studio, il 70% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non legge nemmeno un libro all’anno. È un dato che evidenzia un declino preoccupante nella lettura dei classici, una pratica che un tempo era considerata fondamentale per la formazione culturale e intellettuale.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici. In un’epoca dominata dai social media, dai videogiochi e dalle piattaforme di streaming, la lettura di un libro può sembrare un’attività ormai superata. I giovani sono bombardati da contenuti multimediali che offrono gratificazioni immediate, mentre un romanzo come quello di Tolstoj, con la sua profondità e il suo ritmo, fatica a competere. Il consumo rapido dei contenuti online non favorisce la lettura riflessiva e approfondita che richiedono i classici.
Inoltre, questi libri sono spesso scritti in una lingua antica, ricca di riferimenti culturali e tematiche profonde, che possono risultare difficili da comprendere per i lettori meno esperti. La distanza temporale e culturale rende più arduo immedesimarsi nei personaggi e nelle storie, e la mancanza di un contesto adeguato può trasformare la lettura in un compito pesante, anziché in un piacere.
Il tempo è un altro fattore determinante. Le giornate dei giovani sono piene di impegni scolastici, sportivi, sociali e familiari. In un mondo che corre veloce, è comprensibile che la lettura di un classico venga vista come un lusso da rimandare continuamente, spesso fino a sparire del tutto. Il ritmo frenetico della vita moderna tende a privilegiare attività più immediate e poco impegnative, a scapito della lettura, che richiede tempo e attenzione.
Anche il modo in cui i classici vengono insegnati nelle scuole gioca un ruolo fondamentale. Spesso questi testi vengono affrontati in modo puramente nozionistico, riducendo le opere a semplici analisi letterarie, trascurando l’importanza del contesto storico, delle emozioni e delle dinamiche umane che attraversano queste storie. Questo approccio può far sembrare i classici più un obbligo che un’opportunità di crescita.
Ma la lettura dei classici è fondamentale per lo sviluppo di competenze chiave come il pensiero critico, l’empatia e la capacità di analisi. Questi libri non sono solo storie: sono riflessioni sulla condizione umana, sull’amore, sulla guerra, sulla giustizia e sulla moralità. Ignorare i classici significa privarsi di un patrimonio culturale che ha attraversato i secoli e che può aiutarci a comprendere meglio il mondo che ci circonda.
Oggi, più che mai, è necessario trovare modi per avvicinare i giovani alla lettura dei classici. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di rendere queste opere più accessibili, attraverso adattamenti moderni, graphic novel o film che possano servire come ponte per introdurre i ragazzi alla lettura dei testi originali. Un film come “Il grande Gatsby” o “Orgoglio e Pregiudizio” potrebbe stimolare l’interesse per Fitzgerald o Austen, portando i giovani a esplorare le opere nella loro versione originale.
Insegnanti e educatori hanno un ruolo cruciale. Coinvolgere gli studenti in discussioni stimolanti, progetti creativi e attività pratiche può far emergere la bellezza e la rilevanza dei classici, facendoli sentire vivi e vicini. Un approccio più dinamico e coinvolgente nella didattica può fare la differenza, facendo percepire queste opere non come un peso, ma come una risorsa che arricchisce la loro visione del mondo.
Le biblioteche, poi, possono diventare luoghi ideali dove i giovani possano riscoprire il piacere della lettura. Offrire spazi dedicati, eventi tematici e programmi di promozione della lettura può attrarre i ragazzi e farli sentire più a loro agio nel mondo dei libri. Creare angoli tematici dedicati ai classici e organizzare attività interattive potrebbe trasformare le biblioteche in centri di aggregazione culturale, dove i libri diventano occasione di socializzazione e scoperta.
Proprio recentemente, ho avuto una piccola conferma di quanto sia possibile riscoprire la bellezza della lettura, anche in tempi in cui sembra che i libri stiano perdendo terreno. Lo scorso anno, in una località balneare, mi trovai davanti a una biblioteca dove alcuni libri erano stati lasciati per il pubblico a offerta libera. Tra i vari gialli e romanzi, un testo intitolato “Vasari” attirò la mia attenzione. All’inizio non realizzai che si trattasse dell’opera omnia di Giorgio Vasari, poiché il nome completo dell’autore non era sulla copertina. Avevo solo 70 centesimi in tasca, mentre il prezzo di copertura del libro era maggiore. Decisi di cambiare i soldi e tornai per integrare l’offerta, sentendo che quei pochi centesimi non rendevano giustizia al valore del libro e a Vasari stesso.
Leggere l’opera mi ha fatto scoprire una visione di Leonardo da Vinci completamente diversa da quella che avevo letto sui quotidiani. Mi sono reso conto che spesso, nella frenesia delle notizie quotidiane, perdiamo il contatto con la vera essenza delle cose. E questo mi ha ricordato quanto i classici possano ancora risvegliare in noi una nuova consapevolezza, un nuovo punto di vista.
Quell’incontro con un libro, trovato in un angolo di una biblioteca, è stato un piccolo gesto che mi ha fatto riflettere su quanto possiamo ancora riscoprire e valorizzare i classici, anche in un’epoca di schermi e informazioni immediate. Non lasciamo che questi libri rimangano chiusi in soffitta: facciamoli rivivere, riportiamoli alla luce, e facciamo in modo che le nuove generazioni possano anch’esse scoprire la loro magia, la loro profondità e il loro potere di cambiare il nostro sguardo sul mondo.
Direttore responsabile, Domenico Galati