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Evoluzionismo o Creazionismo? Parte 3

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La conoscenza esatta è la nemica del vitalismo” (pag. 51). Questo è l’incipit del libro di Crick:”Uomini e molecole” pubblicato da Zanichelli e rintracciato a €10,80, che consiglio di acquistare, se non fosse altro per la esposizione inerente il DNA, da pag. 91 a pag. 107. Molti ricorderanno che: “Nel 1953, la collaboratrice di Wilkins Rosalin Franklin chiese a Raymond Gosling di consegnare immagini d’alta qualità della forma “B” di DNA, che lei aveva fatto nel 1952 ma che aveva messo da parte, a Wilkins poiché lei era un’esperta cristallografa e non voleva condividere le sue informazioni. Wilkins imprudentemente le mostrò a Watson. Questa immagine, insieme alla conoscenza che Linus Pauling aveva proposto una struttura del DNA non corretta, spinse Watson e Crick a ricominciare la costruzione di modelli. Con informazioni addizionali dai resoconti delle ricerche di Wilkins e Franklin (ottenuti via Max Perutz), Watson e Crick descrissero correttamente la struttura a doppia elica del DNA nel 1953. Wilkins continuò a ricercare, verificando e facendo significanti correzioni al modello Watson-Crick, e a studiare la struttura dell’RNA”. (vedere Wikipedia)

E’ d’obbligo addentrarci nell’introduzione, lungamente insolita, di Delfino Insolera di 47 pagine. Insolera è un ingegnere, laureato in filosofia, proveniente da nota famiglia di professionisti, oltreché giornalista divulgativo. Delfino Insolera apporta in primis, quelle note storico-filosofiche del “Vitalismo” e delle sue evoluzioni nel corso dei secoli, che difficilmente potrebbe aver avuto lo scienziato. Il libro di Crick serba traccia della forma originaria di tre conferenze di Crick che affrontano il “Vitalismo” con verve polemica, sarcastica, fino al dileggio. Le conclusioni di Insolera nell’introduzione sono state: “ E’ …un grave rischio, che siano così pochi..gli uomini d’oggi…cui è dato conoscere e apprezzare i successi della biologia moderna…solo una partecipazione consapevole delle…masse…può difendere…l’intelligenza umana dal Serpente in agguato”. Chi è il “Serpente in agguato”? Il “Vitalismo”. Sempre da Insolera:”L’analogia tra organismi e macchine…fu fatta propria da Cartesio…ma apre la pista al vitalismo postulando l’intervento del progettista…Dio stesso…D’altra parte gli animisti…(Georg Ernest Stahl)…anche il mondo di Newton non era così lontano dall’animismo…Newton pensò che il mondo ogni tanto avesse bisogno dei ritocchi del suo orologiaio…Dio…”. Il vitalismo. Quanto all’excursus storico rimandiamo all’introduzione accennando al Vitalismo in tutte le sue declinazioni: animista, classico, antico, neovitalismo, neovitalismo più avanzato, agnostico, organicismo ostruzionista, moderno, strutturalista.

Il vitalismo, per Insolera, deve rivolgersi alla storia (della Medicina). Tre sono gli autori di esperimenti importanti: Francesco Redi, Lazzaro Spallanzani (prete), Louis Pasteur e con loro si chiude definitivamente:”La generazione spontanea”, ma non il vitalismo. Ricordo brevemente il primo autore si rifà all’Iliade (XIX, 24-27) laddove il nascere dei vermi sui cadaveri è dovuto alle larve di mosche; il secondo alla sterilizzazione delle carni per bloccare la produzione dei protozoi ed il terzo sempre alla sterilizzazione per inibire la crescita dei batteri e virus. Passaggio importante per Insolera:”Si era finalmente trovata la differenza tra la vita e non vita” (dal nulla non possono nascere le larve sui cadaveri, N.d.R.); continuando per Insolera la discussione si spostò sulle specie: “gli uomini nascono da uomini, le mosche da mosche” and so on.

Quindi il filosofo di casa nostra riporta:”Erano aperti due grandi campi…come le specie si trasformino…l’evoluzione; e come sia nata l’origine della vita…la chiave era…nel…libro di Darwin”. Passa a commentare quello che definisce:«teleologismo» o «finalismo», ovvero la mancanza di prove circa “il programma nascosto dell’evoluzione”. Questa volta conia il nome di “vitalismo evoluzionista”, aggiunge pianificato, che tutto accoglie anche le tesi darwiniane, ma presuppone “l’esistenza preliminare di un progetto…programma nascosto…preordinato”. Questo per il filosofo è:”incarnazione della forza vitale…che agisce in vista di un fine futuro da raggiungere…sta qui il nuovo abisso tra la vita e non-vita”. E’ giusto a questo punto aprire un inciso, su questo si soffermerà anche Crick. La non-vita sarebbe il “brodo” (al momento senza prove) da cui sarebbe nata la vita. Il Creatore (Landucci), contro il “brodo” (Crick). Risparmio il lettore circa il discettare del “fisicismo” da contrapporre al “teleologismo”, che ben si riassume nella nota battuta di Voltaire rivolta ai finalisti: “Il mio naso è stato fatto per sostenere gli occhiali”. Nessuna progettualità per Voltaire. Per Insolera l’evoluzionismo è all’opera:”Il finalismo antropomorfico non ha nessun argomento…sotto i nostri occhi…ogni inverno nuovi ceppi d’influenza…l’uomo…il prodotto più perfetto…ma pretendere…sia…il fine dell’evoluzione, vuol dire…riaffermare il finalismo antropomorfico…l’idea stessa del progetto preesistente realizzato via via dalla forza vitale è antropomorfica…si trova nella mente di Dio…ci collocherebbe…fuori della scienza”. L’ingegnere (Insolera) prosegue raffrontando l’evoluzione non finalista (senza Creatore) che è quella più a portata di mano ovvero: patrimonio genetico, selezione naturale, trasmissione del patrimonio genetico con mutazioni comprese; Inolera aggiunge alla “ricetta” il tempo (che ci vuole) e il punto di partenza (del formarsi della prima cellula). Continua Insolera, chi da per scontato che la vita si sia generata da materia “inanimata” dovrà poi spiegare l’origine dell’Universo. Insolera ha la risposta per tutto, riprendendo Haldane (The origin of life, 1929) asserisce che è stata la “vita” a trasformare l’Universo, almeno sulla Terra. I processi vitali delle piante (ossigeno) abbiano formato l’atmosfera primitiva;il mare fosse un gran brodo caldo che sviluppassero reazioni chimiche incredibili;organismi elementari che si riproducevano autonomamente e da cui è partita l’evoluzione intera. Landucci è più volte ritornato su questo punto nel suo libro, bollandolo come impossibile e indimostrabile, laddove sempre si deve partire da un incontro fortunatissimo di circostanze, che comunque avrebbero avuto tempo insufficiente per realizzarsi. Insolera a questo punto si avventura in un’ulteriore manifestazione perfida partendo dalla cellula primordiale:” …ci vuole ancora una serie…di combinazioni fortunate – o sfortunate, secondo i punti di vista…(uomo)” In precedenza aveva sostenuto: “E’ quasi ovvio il corollario antropomorfico delle teorie finaliste…la storia…ha fin dal suo inizio uno scopo…l’uomo…quello che abbiamo in mente noi…la sua psicologia, la sua società, i suoi guai. Questa sarebbe la meta del gran travaglio di tre o quattro miliardi di anni.” L’Insolera aggiunge:“La seconda delle obiezioni precedenti – improbabilità dell’evoluzione – si dissolve subito se vi si riconosce una ben nota scorrettezza nell’impiego del calcolo delle probabilità, fonte apparente di paradossi” (P.B. Medawar, L’immaginazione scientifica). Va sottolineato che Landucci, nel suo libro sottolinea più volte il “fattore tempo”, riportando studi effettuati da altri autori, ovvero l’impossibilità statistica di tale casualità tra tempo a disposizione dalla nascita della Terra e apparizione della vita secondo il calcolo delle probabilità degli evoluzionisti.

L’incontro “casuale” tra i vari elementi della “non vita” (inorganico), fino all’accensione della vita (organico) si sarebbe dovuto misurare (Landucci) in diversi miliardi di anni e non in appena 3-4 miliardi, come sostenuto più avanti anche da Crick. Il tempo per Landucci era insufficiente per tale appuntamento, secondo le leggi della statistica. All’opposto Insolera afferma che è come vincere alla lotteria (vedere oltre) e che sarebbe stato possibile all’interno dei 3 – 4 miliardi di anni della Terra, la nascita (da materiale inorganico) della vita cellulare. Insolera aggiunge che come l’acqua di un ruscello che trova la sua strada per la via più breve e che nessuno può conoscere a priori, “irresistibile corrente”, né possiamo immaginare che scorra in un canale preesistente (vitalisti), dobbiamo solo risalire alla sorgente. La probabilità di un «lucky accident» che abbia fatto scaturire di colpo una cellula batterica è estremamente bassa, diverso se fosse iniziata da “strutture enormemente più semplici”, per il filosofo. In altre parole Landucci avrebbe ragione sull’origine del batterio “in un sol colpo” (tempo limitato), ma il prete sbaglierebbe sulla vita di strutture enormemente più semplici, in quanto nel “brodo” il tempo sarebbe stato sufficiente per il passaggio dallo stato inorganico a quello organico e poi “trasmettere le variazioni selezionate a molecole «figlie»”. Insolera precisa che in paleontologia (rocce) “sembra” che tre miliardi di anni fa ci fossero cellule viventi e per come conosciamo noi la vita, tale presenza è ben documentata da seicento milioni di anni. La verità (Insolera) va ricercata nel brodo delle reazioni chimiche degli oceani ab initio, laddove la “probabilità può aver avuto” altissima possibilità e ricostruzioni di quell’ambiente in laboratorio è sensato nel proseguimento delle ricerche (da Crick che dileggia per diversivo i concorrenti, ci saremmo aspettati prove cogenti; N.d.R.) e non siamo così costretti a pensare che la vita sia fatto eccezionale, miracoloso. La conclusione di Insolera lascia interdetti:“La ragione è in noi, nell’idea che vogliamo avere della vita”. Sempre Insolera: “l’evoluzione produce specie più evolute” ed è costellata da molti aborti e prove mal riuscite (tutte da dimostrare; N.d.R.), la selezione avviene tra chi ha maggior probabilità di riprodursi, disponendole in ordine cronologico arriviamo a costruire il disegno evoluzionistico, che crea tanti problemi (interpretativi, N.d.R.).

Quindi riassumendo la selezione naturale «si suppone figlia del caso e della necessità». Si tratta di un’enunciazione che va precisata: il funzionamento della selezione naturale è “casuale” nel senso di “non instradata”, né da una attitudine innata negli individui, né dal Creatore; la selezione non ha una matrice deterministica, ma procede con una connessione causale date dalle “variazioni individuali” non instradate e dalle mutevoli condizioni esterne. Il filosofo Insolera la raffigurerà successivamente ad un fiume maestoso che procede indisturbato nel suo corso, chiarendo che solo il livello molecolare (DNA) farà apparire l’evoluzionismo una noiosa successione di molecole, con la stessa struttura, catene lineari compresi errori di copiatura, aggiunte di pezzi, alterazioni nell’ordine di successione a cui si associano altre molecole in forma ancillare. Questo punto è stato molto dibattuto da Landucci, ovvero trattasi di meccanismi perfetti ed indispensabili per la vita e la replicazione cellulare sostenuti da specifici apparati tanto per citarne i più noti: pareti cellulari, ribosomi, mitocondri, apparato del Golgi ed è riduttiva l’espressione (Insolera), quasi capitate per caso:”Intorno a queste molecole di DNA si vedranno ronzare altre molecole…appartengono ad una cellula”. Sempre figlia del caso e della necessità, “non c’è slancio vitale o travaglio di progettazione…un continuo riassestarsi di equilibri, tra organismi e ambienti…apparirebbe così un passaggio da ordine iniziale a un crescente disordine, in armonia con i fenomeni naturali”. Continua il giornalista: “arricchimento progressivo d’informazioni nel DNA, meno ordinate. L’uomo è un prodotto del disordine…ricordo di una scelta accidentale (Quastler) un filamento singolo è diventato progenitore di un sistema. La vita non sia ordine, non richieda speciali prestazioni della natura, nemmeno complicata e il trasferimento dell’informazione genetica…sia d’incredibile semplicità…se queste conclusioni dispiacciano…siamo ancora vitalisti…questo può intralciare la diffusione della conoscenza.” 

Insolera è antesignano al nuovo millennio, dove l’importante è l’apparire non la verità in sé e che il vitalismo (Creazionismo, N.d.R.) rende difficile la diffusione della conoscenza. Quello che interessa al collega Insolera è l’apparire, aver ragione in pubblico, la diffusione della conoscenza (mezzi d’informazione in senso lato, scuola). Inizia come nella migliore tradizione anticlericale ad evocare Copernico (prete) che ha scacciato l’antropoformismo dai cieli. Copernico aveva capito rifacendo i calcoli pitagorici che il sistema Tolemaico non reggeva (teoricamente), come anticipato dagli stessi pitagorici tre secoli avanti Cristo. Copernico dal 1539 aveva dentro la propria abitazione praticamente Melantone (Martin Lutero), «attraverso il suo fidato (Melantone) e discepolo (Copernico) Giorgio Gioacchino Retico (Protestante), che lo tallonò per due anni per studiare e approfondire la teoria eliocentrica di Copernico». Copernico era ben conscio trattarsi di una teoria, intelligente quanto si vuole, ma pur sempre teoria (il primo pendolo di Foucault fu presentato al pubblico nel 1851), ma a differenza di Galileo (un po’ spocchioso, ma si pentì amaramente e sinceramente per questo, N.d.R.), Copernico se avesse propugnato la sua teoria con la stessa foga di Galileo non sarebbe uscito con un’abiura, sarebbe stato scuoiato vivo sul posto dai Protestanti ed in vita se ne guardò bene dal pubblicizzare la teoria copernicana, lo fecero successivamente altri. Copernico non era un prediconzolo di campagna, era giurista, medico, madrelingua tedesco, conosceva latino e polacco ed anche governatore. Copernico ebbe (giustamente) paura, da politico navigato. Quando l’ignorante (acculturato) vuol far colpo sulla plebe tira fuori dal cilindro Galileo, Copernico, Keplero e vice versa (avremo modo di approfondire in altri articoli, N.d.R.). Insolera continua, che oggi tutto è cambiato e siamo fortunati in quanto prende piede la scienza (l’abbiamo visto con il Covid, N.d.R.) “principio dell’indifferenza della natura”. In altre parole l’uomo non è lucido tra evoluzionismo e creazionismo (vitalismo), in quanto parte in causa, ma sarà la scienza la nostra luce. Il collega continua:”…che infimi minuzzoli dell’universo…insignificanti…rassegnatevi alle vostre pene e ringraziate che non vi spazi via la coda di una cometa…o…selezione naturale”, quindi fa una piroetta di 360° gradi e lo mette in bocca al “vitalismo deluso” (Creazionista deluso). Deluso da cosa? Un odio gratuito verso l’uomo al banco degli imputati, che in primis è teste inattendibile perché parte in causa (antropomorfismo), che è un nulla (infimi minuzzoli). Il collega continua e dirà che l’imputato creazionista (vitalismo) cade in depressione perchè? Il motivo è che resta un Creazionista (vitalismo) deluso, capisce che per lui non v’è scampo davanti la scienza. Quale scienza? E’ un odio a prescindere verso l’uomo, diabolico. Ritornano alla mente i discorsi “inoppugnabili” e del tutto gratuiti, di un Direttore sanitario durante il Covid che aveva proibito ai “non vaccinati” l’accesso al Presidio da lui diretto, per cure fissate precedentemente. Questa per Insolera è la scienza, dove sono le prove? Il collega ingegnere, filosofo è il migliore (lo hanno chiamato per introdurre Crick, N.d.R.), stendiamo un velo pietoso sugli altri, che attacano impudentemente. Segue il collega con “lo scienziato sceglie l’esperienza, il vitalista i pregiudizi”. Giustizia è fatta. Le prove o come si dice oggi le evidenze, dove sono? Continua G.G.Simpson: “L’uomo è un…processo…senza scopo…non…pianificato…una sorta di animale…gli è toccato rappresentare la forma più alta di organizzazione di materia ed energia”. Discorsi infernali, senza prove. Il collega continua a deliziarci con i suoi pregiudizi: “A chi è sensibile al fascino del vitalismo, trattandosi di gusti personali, poco si può dire…l’unica cosa…è dichiarare…i propri gusti.” La Roma non si discute, si ama. Il collega si rende conto di chi s’avvale (Autori) e dei suoi assiomi senza prove. Continua: “Il fiume dell’evoluzione…sospinto dall’energia del Sole, che ripete i suoi tentativi per migliardi d’anni”. Questo punto è fondamentale per Landucci, mancanza di tempo, e non siamo nell’ambito del tifo da stadio. Tre o quattro miliardi d’anni per far avvenire tutto il processo evolutivo fino all’uomo, è fuori di ogni logica (vedere gli studi citati dal Landucci).

Il Sole del collega rimanda agli Atzechi dove il dio chiedeva sacrifici umani come tributo e senza di essi si sarebbe rifiutato di muoversi attraverso il cielo. Segue il collega a proposito dell’evoluzionismo: “si perde in mille rigagnoli e si adatta a tutto…indifferente..senza volere, ha prodotto l’uomo” . Il collega s’improvvisa teologo: “indifferente…senza volere” e veleggia verso l’alto preceduto da un “chissà” si possa risalire alla sorgente, “visti i tempi nuovi”. La tentazione difficile da resistere per Insolera dei suoi ultimi vent’anni: “giunti al termine di un lungo viaggio” di conoscenza inarrestabile. Sono trascorsi oltre cinquant’anni da allora (1970) e siamo al punto di partenza. Inizia Insolera ad incensare i biologi che non parlano volentieri “seri e prudenti studiosi della natura” e poi riporta frasi apodittiche di H. Thomas Jukes biologo noto per la sua polemica riguardo l’introduzione del Creazionismo nelle scuole pubbliche della California:”Cinquecento milioni di anni, un miliardo di anni…i lunghi bastoncelli (DNA)…hanno visto se stessi come in uno specchio.” Jukes era presente? Frase fumosa, molto imprecisa e se riferita all’uomo fuori logica temporale (mancanza di tempo per avere origine). Il dire e il non dire del collega, sottintendere a che cosa? La chicca finale del collega riguarda Gilgamesh e l’erba della vita raffrontata all’Albero della Vita di Adamo. Il furto da parte del Serpente fu per Gilgamesh (una fortuna) ovvero la ritrovata accresciuta saggezza (che alla fine porta la luce della saggezza ). Il Serpente sottrasse, al contrario, ad Adamo la libertà (da qui la sua sfortuna). Quello che preme al Collega non è sconfessare davanti al mondo intero la vergogna palese dell’idea del Creazionismo, ma trovare proseliti che: “solo una partecipazione consapevole” delle masse (è solo propaganda, N.d.R.) possa sconfiggere il Serpente a caccia dell’obnubilamento dell’intelligenza umana. Il furto della pianta della giovinezza (Gilgamesh) da parte del Serpente è foriero di sventure in quanto l’uomo si convincerà che esista il Creazionismo; comunque c’è sempre Insolera che lo difende e lo instraderà sulla retta via dell’evoluzionismo, non facendosi fregare dal Serpente. Conclusione contorta, laddove l’azione del Serpente nel primo caso (Gilgamesh) riporta l’uomo alla saggezza, mentre il Serpente è in agguato per rubare all’uomo non la pianta della giovinezza (Erba della vita), bensì rubare la “ragione” che gli faccia credere che l’unica via percorribile è l’evoluzionismo. To sum up: “Se voi la stima dell’amichi, non faglie capì mai quello che dichi” (Trilussa).Tradotto: “If you want friends’ regard, never let them understand what you say”. Ricorda: se il Serpente ti frega l’intelligenza e ti fa credere che il Creazionismo (vitalismo) è l’unica possibilità, è falso perché vuole fare di te un “vitalista deluso”. Rivolgetevi ad Insolera e ci penserà lui a rimettervi sul giusto binario dell’evoluzionismo. Prove scientifiche ovviamente a go-go.

Continua…                

                                                                                                                                                                                                                                    Domenico Galati                                                                                                                                                                                                         

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