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Evoluzionismo o Craezionsmo?

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L’incipit del libro di F. Crick: “ Che cos’è il vitalismo” inizia a pag. 57 con Salvator Dalì: “E adesso questo annuncio di Watson e Crick sul DNA questa è per me la vera prova dell’esistenza di Dio. ” Per Dalì, l’eccellenza biologica del DNA non poteva supporre altro che l’esistenza di un Essere supremo.
Crick prelude con dare significato “personale” alla parola “vivente”, paragonando l’ostrica all’insalata. Si perde in mille rivoli, per poi riacquistare la parola “vivente” molte pagine dopo, parlandosi addosso. Discorsi da amici al bar.
Andando avanti nella complessità delle specie animali, va da sé che non possono essere venute fuori come da un cilindro di un prestidigitatore pertanto cosa le unisce tutte, se lo domanda anche Crick.
La risposta per Crick l’ha data Charles Darwin nel 1859, laddove la selezione naturale fornisce un “meccanismo automatico”, senza bisogno del Creatore. L’importante, come per i virus, possa moltiplicarsi copiosamente, le linee più forti potranno sopravvivere le altre periranno.
Crick suggerisce i requisiti minimi per ogni organismo vivente: la crescita, la duplicazione, una “sorgente di energia libera” da cui entrino composti chimici e attirino altri composti per la metabolizzazione delle materie prime, al fine di costruirsi quei mattoncini (materiale biologico) per il proprio sostentamento e la riproduzione di individui identici.
E’ più facile per gli esseri Aploidi (unico cromosoma) tale decodificazione, comunque con le conoscenze che abbiamo oggi e soprattutto con le informazioni ottenute dalla fisica dopo il 1925, esistono basi solide per affrontare il problema (Crick).
La meccanica quantistica, insieme alle conoscenze empiriche della chimica, per Crick “sembra” che porti a costruire una base solida da cui partire.
La chimica al momento in cui l’Autore scrive (1970) è ancora incompleta (è Crick a dirlo, N.d.R.), ma un giorno forse chissà (vedere Giorgio Gaber – Barbera e champagne, N.d.R.).
L’autore si dilunga sul legame omopolare di Van der Waals, i legami idrogeno di Linus Pauling, le grosse molecole con le sofisticate parti che non ci permettono d’indagare appieno ed “i calcoli necessari diventano di una lunghezza quasi proibitiva”, mentre la Natura opera ad una velocità irraggiungibile e precisione assoluta. Rimane un mistero il ripiegamento di grosse molecole su sé stesse, è sempre Crick. Quindi?
La cellula come unicum, vista dall’esterno, ci permette a grandi linee di studiarla, ma la scomposizione a pezzi per la migliore comprensione confligge con il preservare la sua naturale essenza. Sarebbe per l’Autore, come smontare un orologio funzionante per risalire alla sua natura del suo meccanismo.
Crick spera che prima o poi la biologia esaminando ogni sistema biologico, ci possa spiegare come funziona; cioè dal particolare si possa spiegare il quadro generale e si possa prevedere il comportamento naturale; il secondo quesito è come l’essere biologico sia arrivato ad essere quello che è, ovvero quale è stata la sua evoluzione. Gli organismi biologici funzionano per lo più con discreta sicurezza e si possono fare osservazioni prevedibili.
All’opposto la trasmigrazione da una specie all’altra è rara ed avviene con mutazioni genetiche.
L’autore non ha alcun dubbio che i rettili si evolvessero in mammiferi, sebbene riconosca di avere nessuna prova. Perché parli?
I motivi per dubitare che l’evoluzione sia prevedibile, ce ne sono. Il pensiero dell’autore è che il Caso abbia importanza decisiva, pur con qualche problema. Vista questa difficoltà, Francis Crick si decide ed introduce la sua nozione di «vitalismo».
La definizione specifica per l’Autore è a Suo dire, molto difficile meglio ripiegare sulla definizione generale.
La suddivisione del vitalismo di Crick è:
1. “confine tra il vivente e il non vivente”;
2. “ origine della vita”;
3. “ coscienza”.
Primo punto: “confine tra il vivente e il non vivente”. Fino all’800 si speculava che per la chimica era impossibile sintetizzare molecole organiche partendo dalle inorganiche. Friedrich Wohler riuscì a sfatare il mito e sintetizzare l’urea, partendo dal cianato d’ammonio, considerato un composto chimico « inorganico », o almeno non vivente.
Altro punto che fu messo in dubbio ovvero se gli organi viventi obbedissero ai principi fondamentali della termodinamica, ovviamente obbedivano in larga parte. L’Autore si sofferma sulla storia ed alcuni errori commessi da altri, e come in premessa, senza venire al nocciolo ancora evita di darci la definizione specifica di «vitalismo», confondendo lo stesso termine di volta in volta, dando un’eccezione positiva «vita» e negativa «Creazionismo» (dipende dalle circostanze, N.d.R.) e parla della sua concezione “ho presente la differenza tra vivente e non vivente, ma da molti la parola « vivo » è usata in un senso diverso” (certo che seguire Crick dietro le ostriche e l’insalata non è il massimo, N.d.R.) e irridendo gratuitamente altri, se la prende con il Dottor Walter Elsasser “The Physical Foundation of Biology”. Questo biologo tanto stupido non doveva essere: «Ben prima di diventare noto per la sua teoria geodinamo, mentre era a Gottinga negli anni venti, Elsasser ha suggerito l’esperimento per testare l’aspetto ondulatorio degli elettroni. Questo consiglio fu in seguito comunicato dal suo collega di Gottinga, il Premio Nobel per la fisica Max Born, ai fisici in Inghilterra. Questo spiegava i risultati dell’ esperimento di Davisson e Germer e di quello di Thomson in seguito premiati con un Premio Nobel per la Fisica» (Wikipedia). La ragione di tanto accanimento per Crick e l’affermazione di Elsasser :“…la grande quantità di informazione necessaria per costruire l’organismo adulto non possa verosimilmente stare tutta immagazzinata nelle cellule germinali…ha…sopravvalutato – secondo Crick – le informazioni realmente necessarie per costruire un essere umano …Dunque la posizione meccanicistica, secondo cui queste informazioni sono immagazzinate nelle cellule germinali, è ancora sostenibile” a detta di Crick -…quando i fatti entrano dalla porta, il vitalismo vola via dalla finestra.”
La colpa di Elsasser per Crick è l’aver inventato i «fenomeni biotonici» per uscire dal guado; comunque Elsasser ha sottolineato “la circostanza che in un sistema biologico si dovrebbero eseguire medie fra possibilità che sono troppe rispetto al tempo disponibile”. E’ mancato il tempo per l’evoluzionismo fino alle forme più evolute (Elsasser) viste sulla faccia della Terra. Crick gli da del superficiale e gli ride dietro.
Peter Mora è il secondo autore non gradito a Crick. Il bersaglio è « Urge and Molecular Biology» (Impulso e biologia molecolare).
La colpa di Mora è dare dimostrazione circa “l’avidità” per la vita stessa degli esseri esistenti (spirito di sopravvivenza, in senso lato; N.d.R.), di voler dominare il proprio habitat, trarre vantaggio dalle circostanze ed adattarsi a nuove condizioni dell’ambiente in aperta antitesi con la fallacia della Biologia molecolare (sostenuta da Crick; N.d.R.), che a detta di Mora è assente nelle prove. Mora conclude: «Temo di non poter essere molto preciso perché non riesco a vedere chiaramente la natura di quel metodo nuovo, o di quell’ampliamento dei metodi fisici, che credo desiderabile per la biologia ». Mora riconosce i limiti delle sue affermazioni, ma non sdogana la biologia molecolare come unica interpretazione.
Terzo ed ultimo Eugene Wigner, illustre fisico e premio Nobel che secondo Crick: “… tenta di dimostrare, con i metodi della meccanica quantistica e, l’impossibilità di un sistema capace di autoriprodursi”. Colpa di Wigner per Crick e il non aver gettato il cuore oltre la siepe: “ che la motivazione che ha spinto molti a passare alla biologia molecolare dalla fisica e dalla chimica è il desiderio di confutare il vitalismo”. Tradotto:«…il desiderio di confutare il vitalismo (Creazionismo) è stata la motivazione che ha spinto molti a passare dalla fisica e dalla chimica alla “biologia molecolare”». Basito. Tifo da stadio. Crick (continua attaccando Wigner) circa la coscienza e la biologia molecolare ed il labile confine tra vita e non vita, di cui non porta nessuna prova a suffragio (Crick), se non sue “convinzioni” e “sensazioni” insieme all’insalata e alle ostriche (pag. 59). E noi ovviamente ci fidiamo. La differenza tra vita e non vita, fin’ora zero prove.
Crick passa poi a commentare il libro del suo amico Gunther Stent: “The Molecular Biology of Bacterial Viruses”, famoso perché non si capiva mai (Stent) mentre parlava dove volesse andare a parare. «Quando gli chiedevano “Credi in Dio?”, lui rispondeva “Non lo so se lo faccio, anche se credo che gli scienziati dovrebbero. Ma, in una sorta di paradosso, credo, come Planck fece, che tutti gli scienziati dovrebbero credere in lui.” » Vediamo cosa disse veramente il genio Max Plank, citato da Stent:«”Scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno una dell’altra per completarsi nella mente di un uomo che riflette seriamente”. (in Conoscenza del mondo fisico) » (Wikipedia).
Cosa ha detto per Crick di tanto importante Stent:” Forse è proprio l’attuale impossibilità anche solo di immaginare una qualsiasi spiegazione molecolare ragionevole di manifestazioni vitali come la coscienza e la memoria che sprona alla ricerca e fa sì che il neurone prometta di diventare il fago del futuro”. Fuffa, tornasse ai batteriofagi. Purtroppo questa tesi verrà fatta propria da Crick in seguito (vedere oltre; N.d.R.).
Finalmente dopo 79 pagine, arriva il coup de théâtre dell’Autore: “Ma quale potrebbe essere la prova decisiva per confutare il vitalismo?”
Il cavallo di Troia (che viene in mente a Crick) per entrare nel campo del vitalismo (Creazionismo) “consisterebbe nel cercar di produrre qualche oggetto biologico per via completamente sintetica, partendo dagli elementi chimici”. Ovviamente a Crick non manca il senso dell’humor.
Rimaniamo sulla stessa lunghezza d’onda della ricerca della pietra filosofale. Viene alla mente subito Newton che si peritò in ricerche alchemiche (di questo stiamo parlando: “oggetto biologico per via completamente sintetica”, vedere in narrativa Crick). Le ricerche di Newton non produssero frutti diretti, come il trasformare il piombo in oro, forse gli fecero fare progressi in altri studi, per esempio provando che la somma (in frequenza) di tutti i colori componesse la luce bianca; comunque Newton dovette fermarsi e l’oro non fu prodotto. Un passatempo.
Crick da profeta, par suo, continua nel prevedere che in ogni caso, i vitalisti avrebbero da ridire davanti la riuscita dell’operazione (trasformazione del piombo in oro oppure alla sintesi dell’oggetto biologico per via completamente sintetica; N.d.R.). Nessuna resa dei vitalisti, per Crick, neppure davanti l’evidenza di un futura riuscita dello “oggetto biologico per via completamente sintetica”. Crick è onnisciente, precede il futuro e il destino del vitalista deluso (vedere in prefazione Delfino Insolera) è dietro l’angolo, la depressione (deluso).
Anticipa Crick quali saranno i settori che andrà a trattare prima delle conclusioni:
1. la biologia molecolare
2. l’origine della vita
3. il sistema nervoso superiore
Crick riprende a studiare il “ confine tra vivente e non vivente”, questa volta senza ostriche ed insalata, principiando con l’Escherichia coli e «Su un terreno più ricco, che contenga molti dei piccoli composti organici che altrimenti la cellula dovrebbe fabbricarsi da sé, la cellula può crescere molto più rapidamente e in queste condizioni può dividersi ogni venti minuti: dopo dieci ore, purché ci sia abbastanza « brodo » (come spesso è chiamato questo terreno più ricco), ci saranno circa mille milioni di cellule, tutte discendenti dalla prima cellula usata per iniziare la coltura batterica».
Soffermerei l’attenzione sulla parola «brodo», molto comune tale termine in campo bio-medico per riferirsi ai terreni di cultura. Lo stesso «brodo» degli oceani verrà ripreso da Delfino Insolera nella prefazione per spiegare l’origine della vita nella notte dei tempi. Abbiamo trattato in precedenza.
Va riconosciuta all’Autore una invidiabile descrizione dei fenomeni biologici (pag. 80 fino a pagina 100) è un professore indiscusso nel suo campo là dove ha la giusta competenza, la biologia, quello che non si capisce è il cimentarsi in campi che non gli appartengono:«Un’ipotesi sulla coscienza del 1994, Crick afferma che la coscienza esiste e funziona come proprietà di specifici neuroni. La coscienza dell’uomo non è nient’altro che la risultante del comportamento di una miriade di cellule nervose, l’anima è semplicemente un insieme di neuroni. A conclusione di anni di lavoro e studio nel 2003 Crick e Koch pubblicano un articolo dal titolo. Una struttura per la coscienza.» (Wikipedia) e propagandarli come verità. Duemila anni di civiltà superati a piè pari da chi essendo un bravo biologo ateo, doveva imporre la sua visione delle cose senza uno straccio di prova, sebbene gli vada riconosciuta almeno l’onestà nell’aver affermato che: «I dati che ci hanno aiutato in modo imprescindibile a risalire alla struttura sono stati ottenuti in buona parte da Rosalind Franklin, deceduta qualche anno fa. » (Wikipedia). Il resto del libro va letto, avendo ormai il lettore acquisito le basi, da soli.
Il libro di Zanichelli va comunque comprato per tenerlo nella propria libreria, soprattutto riguardo le pagine che vanno dalla 90^ alla 100^ che sono veramente belle nello spiegare questa parte biologica di difficile comprensione. Questa perizia del Crick paradossalmente va a detrimento dell’Autore. Benedetto Croce diventa con le sue parole, suo malgrado, l’arringa finale del suo Pubblico Ministero:«Tutto ciò che si conosce si sa esprimere, è ciò che non si conosce che non si sa esprimere». Quindi Crick le cose che conosce le sa esprimere anche molto bene, il resto sono discorsi senza senso e significato. Crick era famoso per le infinite dissertazioni su tutto con Watson. Qualsiasi suggerimento anche per ogni eventuale correzione del redazionale è ben accetta.
Continua…
Domenico Galati

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