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I giovani e la cultura

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Nuove assunzioni al Ministero della Cultura, ad inizio anno, ma la “paga” dei neoassunti è inferiore alle aspettative. Almeno trent’anni di smantellamento e soprattutto immiserimento culturale, ci hanno lasciato solo cicatrici. Pochezza dei fondi andati all’istruzione dagli anni ’90 e soprattutto politiche culturale misere in senso lato. Basta scorrere l’elenco di chi ha occupato le poltrone di viale Trastevere, compreso i CV “originali”. Tanto per citare una particolarità (meno nota al grande pubblico) l’abolizione della dattilografia (passiamo 6 ore davanti al PC, sul-la tastiera) quale materia d’insegnamento. Motivo: “Una nota applicazione venuta dall’America avrebbe trasformato la voce in testo scritto direttamente su Word”. Tarata solo per gli americani la ditta e l’applicazione sono comunque fallite. Il Ministro ne è uscita indenne. I free-lance, che gravitano nel settore della cultura, hanno una paga oraria spesso inferiore a €10,00/ora. Riaffiora alla mente il giovane professore ordinario (poliglotta) cecoslovacco che circa vent’anni fa cercava lavoro come domestico. Niente di nuovo sotto il sole, in quanto i nobili polacchi esiliati a metà dell’Otto-cento facevano i vetturini a Parigi con soggezione dei borghesi che trasportava-no. La rimodulazione (Jobs Act) dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori della legge del 20 maggio 1970, n. 300. Lo “scopiazzamento” fallimentare del Jobs Act di Obama. L’alfabeto italiano da 21 a 26 lettere. L’aziendalizzazione di Poste, USL e la vendita all’incanto delle nostre imprese pubbliche, la trasformazione in S.p.A. di tutte le banche italiane, la gestione delle spese affidata ai peggiori nella res pubblica, senza la supervisione e il controllo della politica che su tali gestori deve avvenire (Cina) e negli anni ’70-’85anche da noi. La decrescita felice dell’imbecille, quella demografica(vedi Gotti-Tedeschi) e l’abolizione di materie scolastiche utili nell’imminente  subentro  di  programmi informatici calibrati su bisogni americani (?); il depauperamento è certo. Ricorda l’Argen-tina, compreso il discorso dal balcone: “Abbiamo sconfitto la povertà, abbiamo sconfitto la povertà…”. L’edilizia scolastica ferma da decenni, i bonus casa che stanno portando sul lastrico.

Politici (?) che anziché rivitalizzare la cultura greco-latina (logica)inneggiavano pochi anni or sono a “modelli aziendali” di studio prevalente di informatica e di inglese. Abbiamo investito in tecnologia, ma senza il substrato culturale e educativo adeguato e questi strumenti rischiano di sfuggirci di mano. Il crack educativo e della cultura in Italia ha impoverito tutti. Avremmo dovuto vivere di rendita solo se avessimo agito tutti, cum grano salis. Lo sdoganamento dei famosi occasionali “lavoretti” dei primi anni 2000 oggi ha generato questi                risultati. L’ingordigia e l’avidità dei nostri peggiori imprenditori, che hanno sempre considerato la politica la loro cameriera, presto sostituiti dagli stranieri, hanno dato vita a questi mostri. Mal si comprende perché gente che veniva fuori dalla guerra con la quinta elementare aveva maggior buon senso di quanti si siano fatti ingannare dalla lunga scia di piazzisti. Ovviamente siamo contenti di questa nuova linfa al ministero che inverte la carenza di forza lavoro nel comparto e muta, in parte, la precarietà del lavoro nel settore. Il compartimento è caratterizzato dalla presenza femminile con un grado d’istruzione medio-elevato. Tra i free-lance è obbligo la collaborazione tra più datori contemporaneamente. Questo non favorisce la stabilità. Nella dipendenza la paga è da migliorare. I rapporti di “sudditanza” verso i “datori di lavoro” e l’alta competizione tra i colleghi non hanno ragion d’essere e provocano spesso squilibri nel benessere psico-fisico. La soluzione sarà la riformazione “scolastica” della classe docente, ispirandosi al modello cinese, sovrapponibile a quello italiano ante 1968, se vogliamo tornare a essere competitivi nella cultura e nell’educazione, e a poter corrispondere stipendi adeguati. Strade alternative rimangono quelle suggerite dal gatto e la volpe a Pinocchio. Il bisogno di cultura (sapere) è grande e si percepisce. Nel 2012 un giovane ingegnere elettronico che lavorava presso uno dei due poli della Sony in UK aveva un reddito di circa 80.000 € all’anno (corrispondenti a 60.000 £), da noi avrebbe guadagnato cinque volte di meno (1.200 € al mese). Questo ci qualifica anche a livello internazionale. Come possiamo pensare di essere competitivi? Gli ingegneri inglesi lo sanno questo e aspettano l’italiano di turno per sottolinearlo, chiedendo spiegazioni. La risposta è: la rivalutazione della cultura classica fatta con competenza e la riqualificazione seria del corpo docente, attraverso severe selezioni (in classe e fuori classe) e riattivando lo stesso modello che era presente in Italia nel dopo-guerra. Vedo intorno a me molte persone capaci che per lavorare chiedono solo di non dover andare oltre confine. È finito il tempo degli imbroglioni, dei risorgimenti arabi e dei “lavoretti”.

 

 

Domenico Galati

 

Tags: caribo magazine
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