By Redazione Web13 luglio 2024 Nessun commento
Il saggio “Mi manca il Novecento” di Nicola Vacca è un vero e proprio inno ai cantori dell’inquietudine che hanno caratterizzato il secolo scorso. Attraverso la sua prosa asciutta e cristallina, l’autore ci guida alla scoperta dei più grandi scrittori del Novecento, da Camus a Mann, da Tabucchi a Morselli, da Cioran a Dagerman.
Vacca parte dal “grande romanzo civile” di Antonio Tabucchi per poi esplorare le suggestioni meno note di autori come Tommaso Landolfi e Guido Morselli, noti per la loro genialità e originalità. Il saggio si sofferma anche su figure come Albert Camus e George Orwell, autentici socialisti libertari che hanno segnato il panorama letterario del secolo scorso.
In particolare, Vacca dedica spazio allo scrittore svedese Stig Dagerman, definendolo un “uomo in rivolta” paragonabile a Camus e Kafka. La sua opera più breve, “Il nostro bisogno di consolazione”, tratta le ombre del tormento esistenziale e la ricerca di libertà nella vita.
Attraverso le pagine di “Mi manca il Novecento”, Vacca ci invita a riflettere sulla necessità di essere “uomini in rivolta” in un mondo che spesso ci impone di indossare maschere. È un viaggio affascinante attraverso le voci di quegli scrittori che hanno saputo cogliere le sfumature dell’animo umano e trasmettercele con intensità e profondità.
“Mi manca il Novecento” è un libro che celebra la potenza della parola e della letteratura nel tramandare le esperienze e le emozioni dell’uomo al di là del tempo e dello spazio. È un invito a esplorare le opere di autori che hanno saputo catturare l’essenza dell’esistenza umana e dar voce alle nostre inquietudini più profonde.
articolo originale: ansa.it